5 de enero de 2020

Joyce Lussu

¿Sirve para algo la poesía?


¿Sirve para algo la poesía? Puede ser útil.
Te pondré un ejemplo.
Tomemos una pareja a la que le va bastante bien:
dos o tres lustros de convivencia
casa niños intereses comunes.
Los cónyuges sin embargo no son ni sordos ni ciegos
ni carentes de otros sentidos
ni por naturaleza inmunes
a notar que el mundo está lleno de personas atractivas
del otro sexo
algunas de las cuales, en circunstancias favorables,
estarían abiertas a un encuentro en la cama.

Entonces surge un problema que admite tres soluciones.

La primera es la tradicional represión
no codiciarás etcétera no te apropiarás de los bienes ajenos
de modo que el cónyuge es equiparado a una cómoda
Luis XVI o a un televisor en color
o a cualquier otro objeto de cierto valor
que no sería correcto robar.

La segunda solución es el adulterio
igualmente tradicional
que crea una gran cantidad de complicaciones
la lealtad —¿se lo digo o no se lo digo?—
la sordidez de los moteles ocasionales
la necesidad de ingeniar mecanismos de disimulo
que no eliminan el miedo
a las fastidiosas explicaciones.

La tercera solución es sin duda la más práctica
Se toman las inquietudes y los sentimientos
las emociones y las tentaciones
se mezclan bien se combina la imagen
con un jugo de fantasía
y se pone todo en un poema
que se mastica y se sublima
hasta su correcta redacción en la máquina de escribir
y finalmente se traga
se digiere con un poco de licor
de hierbas aromáticas
y ya no se piensa más en ello.



Joyce Lussu. A che cosa serve la poesia? (larecherche.it)
Trad. E. Gutiérrez Miranda 2020


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A che cosa serve la poesia?

A che cosa serve la poesia? Può servire.
Vi faccio un esempio.
Prendete una coppia che va abbastanza bene:
due o tre lustri di convivenza
casa figli interessi comuni.
I coniugi però, non essendo nè sordi nè orbi
nè privi di altri sensi
naturalmente non immuni
dal notare che il mondo è pieno di persone attraenti
dell'altro sesso
di cui alcune, per circostanze favorevoli,
sarebbero passibili di un incontro a letto.


Sorge allora un problema che propone tre soluzioni.

La prima è la tradizionale repressione
non concupire eccetera non appropriarti dell'altrui proprietà
per cui il coniuge viene equiparato a un comò
Luigi XVI o a un televisore a colori
o a un qualsiasi oggetto di un certo valore
che non sarebbe corretto rubare.


La seconda soluzione è l'adulterio
altrettanto tradizionale
che crea una quantità di complicazioni
la lealtà (glielo dico o non glielo dico?)
lo squallore di motel occasionali
la necessità di costruire marchingegni di copertura
che non eliminano la paura
di fastidiose spiegazioni.


La terza soluzione è senza dubbio la più pratica
Si prendono i turbamenti e i sentimenti
le emozioni e le tentazioni
si mescolano bene si amalgama l'immagine
con un brodo di fantasia
e ci si fa su una poesia
che si mastica e si sublima
fino a corretta stesura sulla macchina da scrivere
e infine si manda giù
si digerisce con un pò di amaro
d'erbe naturali
e poi non ci si pensa più.




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